Allevare, una passione che cambia la vita

Come siamo cresciuti


Dall'arrivo di Devon e Artù nei nostri cuori e nella nostra testa si è insinuata l'idea di allevare, negli anni sono arrivate le prime 2 femmine: Ludovica e Ginevra, subito dopo abbiamo tenuto con noi una nostra cucciola, Minerva e, piano piano ci siamo trovati con diverse fattrici e stalloni.

Dalle prime cucciolate, nate per passione siamo arrivate alle cucciolate cercate e selezionate. Abbiamo sempre mantenuto vivo il rapporto con le famiglie che hanno preso i nostri cuccioli, ascoltato le loro esperienze, li abbiamo aiutati nei primi giorni di convivenza e anche dopo.

Nel frattempo Gabriele ha ottenuto la qualifica di educatore cinofilo e studiato le caratteristiche di questa splendida razza allo scopo di poter garantire una selezione accurata negli accoppiamenti e un primo livello di educazione per i nostri cuccioli. Sono state proprio le famiglie che hanno preso i nostri primi "nipotini pelosi" a darci la forza di arrivare fino a qui.

Domani


Stiamo lavorando per costruire il nostro futuro e quello dei nostri cani in un ambiznte immerso nella natura, vogliamo che i nostri cani vivano con noi in condizioni ottimali, con grandi spazi a disposizione per muoversi, i recinti e i box verranno utilizzati solo per il ricovero notturno o in quei momenti dove è necessario procedere ai lavori di manutenzione delle aree verdi, quando l'impiego dei macchinari può costituire un pericolo per loro, oppure nei momenti in cui è necessario isolare uno o più esemplari per evitare monte indesiderate o conflitti che possono nascere in un branco numeroso. L'obiettivo è di arrivare ad avere una trentina di fattrici e un adeguato numero di stalloni al fine di garantire l'opportuno lavoro di selezione in termini caratteriali e di bellezza di queste splendide razze. Stiamo anche lavorando per rafforzare la collaborazione con l'associazione Pet Therapy Doctor Dog a cui garantiremo i cani per gli Interventi Assistiti con gli Animali e non solo.

Com'è nata la nostra passione


Possiamo dire che il merito è di questo cagnolone, Devonshire di Rivaombrosa, piombato nelle nostre vite un giorno di Aprile del 2010. Nicoletta ed io avevamo già preso, sarebbe arrivato a Giugno, un cucciolo chocolate, ma lui, non ne ha voluto sapere, quando siamo andati dal suo allevatore ci ha scelti. Cosa potevamo fare se non portarlo a casa con noi? Non avremmo mai pensato che a causa sua e di Artù la nostra vita avrebbe preso una piega nuova. L'amore incondizionato che questi due splendidi Labrador ci hanno regalato in tutti questi anni, l'allegria innata di questa razza così particolare, la loro predisposizione per i rapporti con tutti i membri della famiglia, la naturale inclinazione che hanno per essere degli ottimi cooperatori negli Interventi Assistiti con gli Animali di cui Nicoletta si occupa da oltre 10 anni e, dobbiamo ammetterlo un pizzico di follia da parte nostra, ci hanno indotto a coltivare l'idea di allevare con passione e dedizione.

Oggi


In questo momento, nonostante le difficoltà legate al periodo della pandemia da Covid-19, ci siamo strutturati per essere un allevamento professionale. Sono stati approntati gli spazi dedicati ai nostri cagnoloni, box, recinti, aree di sgambamento, locali deposito per le attrezzature e il cibo; in fase di realizzazione nursery, infermeria, insomma tutto ciò che serve per lavorare al meglio. Il numero di cani è cresciuto e adesso sono una ventina tra maschi e femmine. Abbiamo stabilito rapporti di collaborazione con altri allevamenti, per le monte e per l'acquisto di fattrici di ottima genealogia, in modo da poter continuare il lavoro di selezione della razza partendo da linee di sangue diverse, ma tutte con ottime caratteristiche di carattere e aspetto. Tutti i nostri cani in linea di riproduzione vengono certificati per le displasie (lastrature ufficiali) e per le principali malattie genetiche (oculopatie e cardiopatie).


Le attività per il sociale


Il nostro è e sarà un allevamento con una forte propensione per il sociale grazie alla collaborazione con l'Associazione Pet Therapy Doctor Dog, una organizzazione senza scopo di lucro che si occupa di educazione cinofila e Interventi Assistiti con gli Animali (la cosidetta Pet Therapy).

Periodicamente uno dei nostri cuccioli verrà destinato a questa associazione, che a sua volta lo donerà a persone in difficoltà quali ragazzi diversamente abili, bambini in remissione da cure oncologiche, ecc. ecc.

Anche le attività di educazione cinofila erogate attraverso l'Associazione avranno questa caratteristica, in particolare grazie alla formazione di Gabriele per l'addestramento dei cani destinati all'aiuto alle persone disabili.

Ciò che guida ogni nostra attività è la condivisione dei benefici dati dall'avere un Labrador o un Golden nella propria vita, sia esso un cane da compagnia o addestrato all'aiuto alle persone.

“Chi è allevatore nasce allevatore. Si tratta di un raro gene recessivo, misterioso, che compare repentinamente in un bambino all’interno di una famiglia dove spesso nessuno lo possiede.


Le prime avvisaglie arrivano presto, il giorno in cui il bambino interrompe un allegro pranzo familiare con l’insolita richiesta: “VOGLIO UN CUCCIOLO”.

È così che comincia il calvario dei genitori del protoallevatore.


Il prima possibile i genitori lo portano in uno splendido negozio di giocattoli dove lo invitano a scegliere cosa vuole: una bicicletta, una play station, una macchinina radiocomandata piena di lucette e beep beep.


“VOGLIO UN CUCCIOLO”.

Il bambino si accaparra la macchinina e molti altri doni, i genitori sperano che ad un certo punto si dimentichi del cucciolo… Macchè. Allora viene la volta della tartaruga, del canarino, dei pesciolini tropicali, del criceto e perfino del coniglio nano. Niente da fare: nulla e nessuno soddisfa il desiderio del protoallevatore, che viene dal profondo dell’anima, con un’intensità che spaventa tutta la famiglia. Se è fortunato, il bambino potrà avere il suo cucciolo. Se non lo è dovrà aspettare d’essere cresciuto.


Allora, finalmente libero dalle pastoie della famiglia, comincia ad interessarsi all’allevamento. Arriva la sua prima cagna. L’adrenalina del primo parto, la cura per i cuccioli, la paura del parvovirus e di tante altre malattie. E spaventato l’allevatore decide: “li vendo tutti”. I cuccioli crescono, cominciano a riconoscere il padrone, muovono la coda… ed è fatta! Dopo pochi giorni la decisione inizia ad essere poco sicura. E poco dopo è differente: “Le femmine non le posso dar via, solo i maschi!”.


E qui comincia il suo lungo percorso di allevatore nel mondo della cinofilia. Da questo momento passa la vita cambiando giornali, vegliando con le cagne vicine al parto, somministrando medicine ai cuccioli più deboli. L’allevatore si allontana dal mondo degli uomini e arriva anche ad ammettere: “Non mi piace la gente”.


I programmi tipici di un allevatore sono le visite alle cucciolate di altri allevatori, consegnare cuccioli in aeroporto, andare ad esposizioni o stare ore al telefono o su internet per parlare con altri amici allevatori… di cani e soprattutto di cuccioli. Anche gli acquisti di un allevatore sono diversi a quelli di un essere umano normale: shampoo, creme, spray antistatici, oli essenziali, gabbie, recinti… tutto per i suoi cani.


Se qualche conoscente viaggia all’estero e ha la malaugurata idea di chiedere all’allevatore: “Serve qualcosa?” riceve le richieste più impensabili: “Forbici, macchine tosatrici, pettini”…


La casa dell’allevatore è tutta bollata, piena di reti e barriere, con porte e finestre che sfoggiano strane protezioni. Spesso l’arredamento è composto anche da gabbie e cucce disseminate nel salotto e in tutte le stanze stanze. Tanto all’allevatore non interessa, e siccome gli amici che gli fanno visita sono anche loro allevatori, nessuno ci fa caso.


Nemmeno la macchina dell’allevatore può essere come quella di tutti gli altri. Di preferenza sarà un furgoncino abbastanza grande da ospitare i cani e tutte le cose indispensabili per un giorno di esposizione, oppure una macchina piccola a cui però sono stati tolti i sedili per i passeggeri, che non sono poi tanto importanti, mentre lo spazio è indispensabile.


Il coniuge di un allevatore deve essere per forza allevatore anche lui, oppure un santo. Se le cose non stanno così il matrimonio può incappare in problemi seri nel momento in cui, nel bel mezzo di una discussione, il non allevatore dà l’utlimatum: “O ME O I CANI!”… perché l’allevatore sceglierà sempre i cani.


La vecchiaia di un allevatore è sempre piena di preoccupazioni: “Morirò, chi si preoccuperà dei miei cani?” Allora decide di abbandonare l’allevamento, e prega perché tutti i suoi cani muoiano prima di lui. Però il cuore non regge all’astinenza ed ecco che arriva un nuovo cucciolo di cui occuparsi. L’allevatore si convince generalmente per la promessa di qualcuno che gli assicura che si occuperà del cucciolo in caso dovesse morire.


E siccome essere allevatori è “sofferenza nel Paradiso”, credo che il buon Dio nella sua infinita misericordia e sapienza eterna debba per forza aver disegnato un cielo speciale per gli allevatori, perché lì finalmente possano vivere felici e sereni insieme a tutti i loro cani. Ma siccome molta tranquillità alla fine risulta un po’ noiosa, l’allevatore di sicuro dopo poco sentirà nostalgia del mondo degli uomini, e gli verrà voglia di ricominciare tutto un’altra volta…”

Più uomini conosco, più amo gli animali